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Il liquore campano più famoso: il limoncello di Sorrento

Il liquore campano più famoso: il limoncello di Sorrento

Origine e tradizione del limoncello

Ancora oggi in molte parti d'Italia resiste una tradizione: l'ospite va accolto con l'offerta di una bevanda, che, in alcuni casi, è addirittura prodotta da qualche membro della famiglia. Si tratta di una tradizione che affonda le sue radici in un passato ormai remoto, ma che viene fieramente portata avanti come segno di ospitalità ed accoglienza, senza che lo scorrere del tempo e la modernizzazione siano in grado di scalfirla.  La Campania, in questo senso, non appare un'eccezione: le bevande prodotte sul territorio campano partendo da qualche prodotto naturale sono molte e vanno dal tradizionale limoncello a bevande più particolari, ma anch'esse retaggio di questa tradizione popolare. Si possono citare, senza la pretesa di essere esaurienti, il nocino, la cui ricetta spesso è un vero e proprio segreto di famiglia tramandato di generazione in generazione, al nanassino, prodotto con i frutti del fico d'india. Sono analogamente diffuse bevande a base di mirtillo, amarena, finocchietto, fragola, mela ed arancia e molte altre ancora. Tuttavia nessuna di queste bevande ha la fama e la popolarità del limoncello, il cui successo non ha solamente travalicato i confini della Campania per raggiungere l'intero paese, ma è arrivato anche all'estero: sempre più spesso questo liquore viene servito come digestivo o utilizzato in cocktail appositamente creati in ristoranti e locali esteri, specialmente in contesti dove la presenza italiana è forte. Poco si sa di come questa prelibata bevanda sia nata: la tradizione vuole che il limoncello nasca agli inizi del Novecento, ma la sua paternità è incerta. Ancora oggi amalfitani, capresi e sorrentini si contendono la palma di inventori del limoncello.  Le leggende sulla origine del limoncello sono numerose e strettamente legate a questa piccola porzione del territorio campano. A Capri, per esempio, si narra che l'idea della produzione di un liquore a base di limone sia nata da Maria Antonia Farace nel suo rigoglioso giardino di agrumi a Capri. La ricetta che si attribuisce alla Farace sarebbe poi stata utilizzata dal nipote per il liquore per il quale il suo bar divenne noto e, successivamente, dal bisnipote Massimo Canale, che nel 1988 ne registrò il marchio.  A Sorrento, invece, la tradizione vuole che il limoncello fosse comparso nei primi anni del secolo scorso sulle tavole dei nobili sorrentini. Ad Amalfi, infine, c'è chi si spinge addirittura ad ipotizzare che la produzione fosse ben più antica e ricollegabile ai primissimi agrumeti sorti in zona. Queste sono solo alcune delle ipotesi frutto dei racconti popolari, che, però, non consentono di individuarne un'origine certa. Quel che è certo è che la diffusione del limoncello nelle sue varietà più o meno pregiate è stata rapidissima ed appare, ancora oggi, lontana dall'arrestarsi. Tra le varietà più pregiate e conosciute di questo prodotto vi è senza dubbio il limoncello di Sorrento, prodotto esclusivamente con i limoni IGP coltivati sulla penisola sorrentina. Il limone di Sorrento, detto anche femminello, si caratterizza per il suo colore giallo intenso e per l'alta acidità del succo che se ne ricava. La buccia, caratterizzata da un profumo intenso e avvolgente, costituisce l'ingrediente fondamentale per la produzione, secondo la ricetta sorrentina, di un buon limoncello. Ed è proprio questo suo ruolo che rende necessario che la raccolta avvenga, ancora oggi, a mano per evitare che il frutto tocchi terra e veda compromesse le sue caratteristiche.

Ricetta limoncello di Sorrento

La ricetta base per la preparazione del limoncello di Sorrento si basa sull'uso di pochi ingredienti semplici e naturali: oltre alla già citata buccia, bastano alcool, zucchero e acqua. Anche le dosi sono piuttosto semplici da ricordare: per 8 limoni ed un litro d'alcol sono necessari circa 700 grammi di zucchero ed un litro di acqua.  Il primo passo consiste nel lavare accuratamente i frutti e spazzolarne la superficie, in modo tale da togliere ogni residuo eventualmente presente. La buccia, opportunamente separata dal frutti con un pelapatate, va quindi posta in un contenitore con circa due terzi dell'alcol per la macerazione. La sbucciatura è una fase molto delicata: occorre prestare attenzione a non prendere la parte bianca del frutto, in quanto il suo utilizzo conferirebbe un retrogusto amaro al limoncello.  La brocca, opportunamente coperta, va messa in un ambiente buio per circa un mese. Al termine di questo periodo di riposo la macerazione avrà prodotto il tradizionale liquido giallo e le scorze dei limoni di Sorrento avranno rilasciato tutto il loro aroma. A questo punto all'alcol aromatizzato vanno aggiunti il terzo di alcol rimanente ed un composto di acqua e zucchero, portato ad ebollizione e lasciato poi raffreddare. Il nuovo composto va, poi, nuovamente coperto e lasciato riposare per un periodo che va dai trenta ai quaranta giorni. Al termine di questo secondo step, il liquido va filtrato ed imbottigliato.  Per gustare il limoncello nel pieno del suo aroma e del suo gusto basterà solamente riporre le bottiglie nel freezer e portarle alla giusta temperatura.  Il procedimento è, come si nota, piuttosto semplice ed alla portata di una produzione casalinga. Tuttavia va sottolineato che per ottenere un buon limoncello di Sorrento occorre seguire scrupolosamente i tempi tecnici per la sua corretta preparazione.  La bevanda così ottenuta avrà una gradazione alcolica che va dai 35 ai 50 gradi a seconda della quantità di zucchero utilizzata A questo punto non resta che godersi l'ottimo limoncello di Sorrento prodotto in casa con la ricetta tradizionale, sia come digestivo al termine del pasto, che come modo di arricchire macedonie, gelati e bevande.

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