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Alici alla pescatora campane: sapore autentico del mare

Il gusto della tradizione marinara in Campania: un piatto che racconta il territorio

Le alici alla pescatora campane sono uno dei simboli più autentici della cucina di mare del Sud Italia. Questo piatto, semplice e genuino, nasce lungo le coste del Cilento e della Costiera Amalfitana, dove il mare non è solo un panorama, ma una vera risorsa di vita quotidiana. I pescatori, al ritorno dalle battute di pesca, utilizzavano ciò che avevano a bordo — pomodorini del piennolo, olive nere di Gaeta, capperi del Cilento e un filo d’olio extravergine d’oliva campano — per creare un piatto ricco di profumi mediterranei.  
Il risultato era una ricetta che univa gusto, semplicità e territorialità, oggi diventata patrimonio gastronomico della Campania. Le alici, pesce azzurro per eccellenza, sono protagoniste anche della dieta mediterranea, patrimonio UNESCO, grazie al loro alto contenuto di omega-3 e al basso impatto ambientale.  
Assaggiare questo piatto significa scoprire una cucina che nasce dal mare e parla di convivialità, sapori genuini e amore per le tradizioni. Scopri con noi le sue origini, varianti e segreti di preparazione, perfetti da vivere anche durante una vacanza gastronomica in Campania.

Origini marinare e legame con le coste campane

La storia delle alici alla pescatora è profondamente radicata nella cultura del mare della Campania. Nelle comunità costiere di Cetara, Acciaroli e Marina di Camerota, le alici erano considerate “il pesce dei pescatori”, economico ma dal sapore eccezionale. I marinai le cucinavano appena pescate, spesso su barche o nei piccoli porti, con ciò che avevano a disposizione: aglio, prezzemolo, olio buono e pomodorini raccolti nei terrazzamenti affacciati sul mare.  
Questa cucina “di bordo” rappresenta ancora oggi un esempio perfetto di gastronomia sostenibile e cucina di recupero, dove nulla viene sprecato. La ricetta, nel tempo, è stata tramandata di generazione in generazione, diventando un simbolo dell’identità culinaria del territorio.  
Le alici si pescano principalmente nel Golfo di Salerno, ma anche nella zona di Cetara, famosa per la colatura di alici. È qui che la tradizione ha trovato la sua massima espressione: i pescatori, per conservare le alici più a lungo, iniziarono a salarle e a ricavarne una salsa aromatica che oggi è considerata un’eccellenza gastronomica campana.  
Le alici alla pescatora incarnano lo spirito di questa cultura marinara: ingredienti semplici, cottura breve e un risultato che conquista per equilibrio e armonia di sapori. Ogni boccone racconta una storia di mare, di fatica e di passione per la terra. Non a caso, il piatto è proposto nelle osterie del Cilento e nelle trattorie della Costiera come esempio di cucina casalinga mediterranea, da gustare accompagnato da un vino bianco locale, come la Falanghina del Sannio DOC o il Greco di Tufo DOCG.

Ingredienti, preparazione e segreti della ricetta

Il segreto delle alici alla pescatora è la freschezza degli ingredienti. Per 4 persone servono: 700 g di alici freschissime, 200 g di pomodorini maturi, 1 spicchio d’aglio, olive nere, capperi dissalati, prezzemolo fresco, origano secco e olio extravergine d’oliva campano. È una preparazione che rispecchia l’anima della cucina campana: pochi elementi, tutti di altissima qualità.  
Dopo aver pulito e diliscato le alici, si prepara un fondo con olio e aglio, a cui si aggiungono pomodorini, olive e capperi. Il profumo che si sprigiona in padella ricorda immediatamente le cucine delle case affacciate sul mare. Le alici vanno disposte sopra il fondo e cotte per pochi minuti, senza mescolare, per mantenerle integre e morbide.  
In alcune versioni del Cilento si aggiunge un goccio di vino bianco locale o una spolverata di pangrattato per ottenere una superficie croccante. Ogni famiglia custodisce la propria variante, ma il principio resta lo stesso: esaltare il sapore del mare senza coprirlo.  
Dal punto di vista nutrizionale, le alici sono un alimento prezioso: ricche di proteine ad alto valore biologico, ferro, calcio e acidi grassi essenziali, rappresentano un pilastro della dieta mediterranea. Inoltre, sono un pesce sostenibile, a basso impatto ambientale, perfetto per chi ama viaggiare in modo consapevole e scegliere piatti locali leggeri ma gustosi.
Preparare le alici alla pescatora è quindi un gesto semplice che riassume una filosofia di vita: cucinare con ciò che offre la natura, rispettando stagionalità e territorio.

Abbinamenti, varianti e itinerari di gusto in Campania

Le alici alla pescatora non sono solo una ricetta, ma un punto di partenza per scoprire la Campania più autentica. In ogni località costiera esiste una piccola differenza: a Cetara si aggiunge un filo di colatura per arricchire il sugo, a Positano si usano pomodorini gialli per una versione più dolce, mentre nel Cilento il piatto diventa più rustico e intenso.  
Da un punto di vista turistico, questo piatto può diventare un filo conduttore per itinerari enogastronomici: si parte dalla pesca delle alici nelle acque limpide del Tirreno, si visitano i borghi marinari dove il pesce azzurro è protagonista e si conclude con una cena vista mare in una delle tante trattorie di Marina di Camerota o Acciaroli.  
L’abbinamento perfetto è con un pane casereccio campano o con un contorno di insalata di finocchi e arance, che ne esalta la freschezza. Chi vuole restare in tema territorio può aggiungere un bicchiere di Fiano di Avellino DOCG o una Falanghina del Beneventano, vini che sposano alla perfezione la sapidità del pesce azzurro.  
Le alici alla pescatora rappresentano un ponte tra cultura, cibo e paesaggio. Parlare di questo piatto significa valorizzare un’esperienza di viaggio completa, fatta di profumi, sapori e incontri.

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