Napoli è una città di luce e mistero, dove ogni vicolo racconta storie che sfidano il tempo. Oltre al mare, al profumo di sfogliatelle e al ritmo travolgente della vita quotidiana, vive un mondo invisibile popolato da spiriti domestici e leggende popolari tramandate di generazione in generazione. Tra i protagonisti del folklore partenopeo spiccano ’o Munaciello e la Bella ’Mbriana, due presenze opposte ma complementari, simboli del rapporto intimo tra la città e la casa. Entrare nel loro immaginario significa scoprire la Napoli segreta, dove superstizione e poesia convivono. In questa guida conoscerai la loro storia, i gesti propizi da rispettare e un itinerario per scoprire i luoghi dove le credenze popolari prendono forma. Un viaggio tra fede, ironia e magia quotidiana, per capire quanto Napoli sia davvero una città “abitata” anche nell’anima.
Figura ambigua e affascinante, ’o Munaciello è uno degli spiriti più celebri del folklore napoletano. Il suo nome deriva dal diminutivo di “monaco” e la sua leggenda risale al Quattrocento, quando si dice che fosse il figlio deforme di un amore proibito tra una nobile e un popolano. Alla sua morte, lo spirito sarebbe tornato tra i vivi per portare fortuna a chi ne riconosceva la bontà e dispetti a chi lo derideva. Da allora, il Munaciello incarna la doppia natura di Napoli: benevola e dispettosa, ironica e misteriosa.
Nella versione più “realistica”, la sua figura si ispira ai pozzari, gli addetti alla manutenzione dei pozzi cittadini che si muovevano nei cunicoli sotterranei. Piccoli e agili, apparivano all’improvviso nelle case, facendo nascere l’idea di un’entità che “entra ed esce” a suo piacimento. Ancora oggi, nei Quartieri Spagnoli o nei Decumani, si raccontano episodi di oggetti spostati, monete ritrovate o rumori inspiegabili, segni che — dicono — indicano la sua presenza.
Per chi vuole immergersi in questa storia, il percorso di Napoli Sotterranea è un’esperienza imperdibile: tra gallerie e cisterne antiche si ritrova l’atmosfera misteriosa in cui nacque il mito. Durante i tour guidati si ascoltano aneddoti legati al Munaciello e alle sue apparizioni, come quella del “pozzo della fortuna”, dove molti napoletani lasciano ancora oggi piccole offerte.
Secondo la tradizione orale, per ingraziarselo basta mantenere un atteggiamento rispettoso e ironico: non vantarsi della propria fortuna, non nominare il suo nome ad alta voce, e non deriderlo mai. I napoletani dicono: “’O Munaciello: a chi arricchisce e a chi appezzentisce”, ricordando che tutto dipende da come lo si accoglie. E forse, in fondo, il Munaciello non è altro che la personificazione dello spirito stesso della città: imprevedibile ma sempre pieno di vita.
Se il Munaciello rappresenta il lato dispettoso, la Bella ’Mbriana incarna la grazia e la protezione. È lo spirito buono della casa napoletana, simbolo di armonia domestica e prosperità. Il suo nome deriva dal termine “meridiana”, cioè la luce del mezzogiorno, e la leggenda vuole che porti serenità a chi la accoglie con rispetto. La tradizione insegna che si manifesti come una presenza femminile leggera, un riflesso dietro le tende o un piccolo geco — animale portafortuna che non va mai scacciato.
Si racconta che la Bella ’Mbriana visiti le case ordinate, pulite e accoglienti. Per questo, nelle abitazioni napoletane si lascia ancora oggi una sedia libera in salotto: un segno di cortesia per la “signora del focolare”. Offenderla sarebbe pericoloso: non bisogna mai parlare di traslochi dentro casa né lamentarsi delle stanze, perché si dice che queste parole la facciano fuggire portando con sé la buona sorte.
Molti antropologi locali, considerano la Bella ’Mbriana una metafora della cura del focolare: la casa come spazio sacro, da rispettare e mantenere in armonia.
Ogni gesto — aprire le finestre al mattino, salutare la casa entrando o accendere una candela la sera — è un modo per onorarla. E se capita di sentire un senso di pace quando si rientra, qualcuno dice che è lei, silenziosa, a far sentire la sua presenza.
Nell’immaginario napoletano, la Bella ’Mbriana rappresenta il lato luminoso della spiritualità cittadina: un legame tra il visibile e l’invisibile, tra il quotidiano e il soprannaturale. Come il Munaciello, anche lei è parte integrante dell’identità culturale partenopea, un modo poetico per dire che ogni casa ha un’anima.
Per chi visita Napoli e vuole vivere le sue leggende popolari da vicino, esiste un percorso che intreccia storia, superstizione e curiosità. Il punto di partenza ideale è il Centro Storico, patrimonio UNESCO: tra i Decumani e Spaccanapoli, botteghe e cortili nascondono aneddoti di apparizioni del Munaciello e della Bella ’Mbriana. Fermandoti davanti a vecchi portoni, potresti notare piccole edicole votive o sedie vuote: segni di un folklore ancora vivo.
Scendendo nel sottosuolo, l’esperienza di Napoli Sotterranea permette di scoprire i cuncoli dei pozzari, l’origine reale delle leggende. Dai 40 metri di profondità emergono storie di lavoro e superstizione che ancora oggi affascinano visitatori di tutto il mondo.
Nel quartiere Sanità si trova invece il Museo IlCartastorie, ospitato nell’antico Archivio Storico del Banco di Napoli: qui le visite teatralizzate riportano in scena racconti del Munaciello, basati su documenti autentici. È una tappa suggestiva per chi ama i miti cittadini.
Infine, se alloggi in un B&B o casa vacanza, puoi mettere in pratica qualche regola del “bon ton superstizioso”: lascia una sedia libera, tieni la casa in ordine e accogli con ironia piccoli scherzi domestici.
A Napoli, ridere è il modo più autentico di esorcizzare la sfortuna.
Visitare la città con questo spirito significa andare oltre la cartolina: scoprire una Napoli che parla con i simboli, dove ogni ombra può nascondere una storia e ogni casa custodisce la propria Bella ’Mbriana.