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’O Munaciello: la leggenda napoletana dello spiritello

’O Munaciello, simbolo del folklore napoletano tra mistero e superstizione

Tra i vicoli del centro storico di Napoli e le ombre dei suoi palazzi antichi vive da secoli la leggenda di ’O Munaciello, lo spiritello domestico più famoso della Campania. Piccolo, ambiguo e imprevedibile, è capace di portare fortuna con doni inattesi o di creare fastidi con dispetti improvvisi. Questo personaggio, sospeso tra storia e mito, racconta l’anima popolare partenopea: una città che trasforma la vita quotidiana in narrazione, intrecciando sacro e profano, paura e ironia.
Chi visita Napoli incontra il Munaciello non in un museo, ma nei racconti tramandati “a voce”, nei proverbi, nelle superstizioni e nei percorsi sotterranei che collegano la leggenda al lavoro antico dei pozzari. Conoscere questa figura significa entrare nel cuore della tradizione napoletana, un patrimonio immateriale che ancora oggi affascina viaggiatori e studiosi.

Origini della leggenda: tra Matilde Serao, i pozzari e la tradizione popolare

Le origini del Munaciello non sono univoche: diverse interpretazioni hanno dato vita a una leggenda complessa e stratificata. Una delle versioni più note è quella riportata da Matilde Serao nelle sue Leggende napoletane (1881). La scrittrice racconta la vicenda di Caterinella Frezza e Stefano Mariconda, giovani innamorati separati dalla differenza sociale. Dopo la tragica morte del ragazzo, Caterinella diede alla luce un bimbo deforme, vestito da monaco per voto religioso. La sua figura, fragile e insieme misteriosa, divenne ben presto circondata da superstizione, trasformandosi nello spiritello capace di dispensare favori o dispetti.
Un’altra interpretazione collega il Munaciello al lavoro dei pozzari, custodi e manutentori delle cisterne sotterranee. Piccoli di statura e abili ad arrampicarsi nei condotti, i pozzari potevano accedere alle case dai pozzi, suscitando stupore e sospetto. Da qui l’immagine di un essere che compare improvvisamente in casa, lasciando doni o rubando oggetti. Il doppio volto — protettore e dispettoso — riflette bene la cultura popolare, che attribuisce al Munaciello tanto fortuna quanto sventure.
Questa pluralità di origini dimostra come il Munaciello sia insieme memoria storica, cultura materiale e mito urbano, sopravvissuto nei secoli fino ai giorni nostri.

Superstizioni, segni di presenza e regole della buona convivenza

Per i napoletani, il Munaciello non è soltanto un personaggio narrativo, ma una presenza domestica da interpretare e rispettare. La tradizione distingue segni positivi e negativi. Tra i primi rientrano le monete o gioielli trovati in casa, piccoli spostamenti di oggetti e il caratteristico sciuscio, un soffio che increspa le tende. Sono interpretati come doni portafortuna, spesso accompagnati da numeri suggeriti dalla smorfia napoletana per il gioco del Lotto.
Non mancano però i segni ostili: rumori notturni, stoviglie che tintinnano, sedie spostate e perfino pizzichi o scherzi agli abitanti più vanitosi. Per evitare la sua antipatia, il galateo popolare prescrive alcune regole non scritte: non vantarsi mai dei suoi doni, non nominarlo ad alta voce e mostrarsi sempre riconoscenti. Spesso, in segno di rispetto, si lascia un piccolo dolce o un boccone di cibo.

Il Munaciello oggi: itinerari culturali e percorsi turistici a Napoli

Il fascino del Munaciello continua a vivere nel turismo culturale napoletano. Non esistono musei a lui dedicati, ma la leggenda permea luoghi e itinerari. Nel Centro Storico, lungo Spaccanapoli e via dei Tribunali, si respira l’atmosfera dei racconti popolari, tra cortili, chiostri e chiese che fanno da cornice alle apparizioni leggendarie.
Un altro luogo fondamentale è la Napoli Sotterranea, dove le cisterne e i cunicoli permettono di comprendere la radice concreta della leggenda legata ai pozzari. Le visite guidate mostrano come il lavoro artigianale abbia contribuito alla creazione del mito.
Infine, diversi tour tematici organizzati da guide autorizzate propongono percorsi sulle leggende napoletane, toccando sotterranei e quartieri storici. L’esperienza è arricchita da consigli pratici: i tramonti sui decumani creano un’atmosfera suggestiva, mentre le serali nei sotterranei evocano il mistero. È buona norma chiedere permesso nei cortili privati e lasciare un piccolo contributo ai custodi.
In questo modo il Munaciello non è solo leggenda da raccontare, ma diventa parte di un itinerario autentico e coinvolgente che unisce storia, cultura e magia. Napoli continua così a sorprendere, trasformando il suo folclore in un’esperienza viva e condivisa.

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