Nel cuore della Campania, tra le campagne di Macerata Campania e Caserta, nasce uno dei piatti più autentici della stagione fredda: la past’ e ’llessa, conosciuta anche come pasta e castagne. È un piatto povero nelle origini ma ricco di storia e sapore, un vero comfort food invernale che unisce semplicità e identità. Durante il mese di gennaio, in occasione della Festa di Sant’Antuono (Sant’Antonio Abate), la past’ e ’llessa diventa protagonista delle tavole e delle celebrazioni popolari, accompagnata dal ritmo inconfondibile dei bottari e dai profumi di pancetta e alloro che si diffondono nelle strade del borgo.
Questo piatto rappresenta non solo una ricetta, ma un simbolo di appartenenza, un gesto collettivo che lega le persone alla loro tradizione contadina e alle radici gastronomiche campane.
La past’ e ’llessa nasce nella cultura contadina del Casertano, quando l’inverno imponeva di cucinare con ciò che si aveva in casa: castagne secche, un po’ di maiale conservato e pasta corta. La combinazione, apparentemente semplice, è diventata nei secoli una celebrazione della resilienza e creatività del popolo campano.
La ricetta è fortemente legata alla Festa di Sant’Antuono di Macerata Campania, una delle manifestazioni popolari più antiche del Sud Italia, dichiarata Patrimonio Immateriale della Campania. Ogni anno, intorno al 17 gennaio, i carri dei bottari percorrono le vie del paese suonando botti, tini e falci, in un rito che unisce musica e devozione. Durante i festeggiamenti, la past’ e ’llessa è cucinata in grandi quantità nelle case e nei cortili, offerta ai visitatori come segno di accoglienza.
Il nome stesso “past’ e ’llessa” deriva dal termine dialettale ’llesse, cioè lesse, in riferimento alle castagne bollite che ne costituiscono la base. Questo piatto povero riflette la cultura del recupero: si reidratavano le castagne secche, le si lessava e le si univa al soffritto di pancetta, aglio, olio e peperoncino. Ne risultava un condimento rustico ma aromatico, un equilibrio perfetto tra dolce e piccante.
Oggi, grazie al lavoro di valorizzazione culturale portato avanti dal Comune di Macerata Campania e dalle associazioni della Festa di Sant’Antuono, la past’ e ’llessa è riconosciuta come simbolo gastronomico identitario e viene inserita in itinerari enogastronomici e progetti turistici della Campania rurale.
Assaggiare questo piatto durante la festa significa partecipare a una tradizione viva, dove cibo, musica e devozione si fondono in un’unica esperienza collettiva.
La forza della past’ e ’llessa sta nella sua semplicità disarmante. È una ricetta che non richiede tecniche complesse, ma attenzione ai dettagli e rispetto per le materie prime.
Per quattro persone servono:
Preparazione:
Questo piatto racconta un equilibrio di sapori unici: la dolcezza delle castagne si sposa con la sapidità del maiale e l’aroma dell’alloro. È ideale nei mesi freddi e perfetto per chi vuole scoprire il gusto autentico dell’inverno campano.
Chi visita la Campania d’inverno può vivere un’esperienza autentica partecipando alla Festa di Sant’Antuono a Macerata Campania, dove la past’ e ’llessa viene preparata nelle case, nei ristoranti e nei punti di degustazione allestiti per l’occasione.
Durante i giorni della festa, tra carri allegorici, fuochi e suoni dei bottari, la città si trasforma in un teatro popolare che celebra il legame tra fede e identità locale. La past’ e ’llessa, servita calda in piatti di terracotta, diventa simbolo di condivisione.
Per i turisti enogastronomici, è consigliato costruire un itinerario che includa:
Chi gestisce strutture ricettive o ristoranti può proporla come piatto del mese di gennaio, accompagnata da vini rossi del Sannio o dei Campi Flegrei, per restare coerenti con il territorio.
La promozione di questa ricetta può essere integrata nei pacchetti weekend enogastronomici, per valorizzare una Campania meno turistica ma ricca di fascino rurale.