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Ragù napoletano: la ricetta tradizionale di Napoli

Il profumo della domenica partenopea: storia e identità del ragù napoletano

Tra i piatti tipici campani, il ragù napoletano è più di una semplice ricetta: è un simbolo di famiglia, lentezza e convivialità. A Napoli il suo profumo accompagna la domenica mattina, quando dalle cucine dei vicoli si diffonde l’aroma intenso di pomodoro e carne che “pippia” per ore. Questa preparazione lenta rappresenta la filosofia culinaria partenopea: prendersi il tempo, curare ogni dettaglio, trasformare ingredienti semplici in un capolavoro di sapore.  
Chi visita la città non può limitarsi a vedere il Vesuvio o Spaccanapoli: deve assaggiare il ragù, un’esperienza che racconta la vera Napoli. Nato tra Sette e Ottocento dall’influenza francese del ragoût, è diventato un rito domenicale irrinunciabile. Oggi, il ragù napoletano unisce la tradizione contadina all’eccellenza gastronomica e continua a essere celebrato nelle trattorie di quartiere e nei ristoranti storici del centro.

Come nasce il ragù napoletano: origini, ingredienti e segreti di una cottura lenta

Il ragù napoletano tradizionale non è un sugo qualunque, ma una vera opera d’arte che richiede pazienza e rispetto dei tempi. A differenza del ragù bolognese, in cui si usa carne tritata, quello partenopeo si prepara con pezzi interi di manzo e maiale che cuociono lentamente nel pomodoro fino a diventare tenerissimi. Prima si condisce la pasta, poi si serve la carne come secondo: due piatti in uno, nati per ottimizzare la spesa domenicale.

Le sue radici risalgono ai primi dell’Ottocento, quando Napoli, capitale del Regno, accolse influenze francesi reinterpretandole con ingredienti locali come cipolle di Montoro, pomodori San Marzano DOP, e un filo di olio extravergine d’oliva. Ogni famiglia custodisce una propria versione: c’è chi aggiunge tracchie di maiale, chi una braciola arrotolata, chi un cucchiaio di strutto per intensificare il sapore.  
Il segreto resta la cottura lenta, detta “pippiare”, che può durare fino a 6 ore. Il sugo deve sobbollire appena, trasformandosi in una crema densa e lucida dal colore rosso scuro. Questo processo permette alla carne di rilasciare sapore e profumo, creando un equilibrio perfetto tra dolcezza e acidità.

Per prepararlo a casa servono ingredienti genuini e una pentola dal fondo spesso. 
Seguendo i consigli dei maestri partenopei, il ragù deve “parlare piano”, con il suono lento delle bolle che segnano il ritmo della domenica. È una ricetta che unisce memoria, famiglia e appartenenza: un autentico patrimonio immateriale della Campania.

Come servirlo e gustarlo: dalla pasta alla carne, un rito che racconta Napoli

Il ragù napoletano si serve tradizionalmente con ziti spezzati, paccheri o rigatoni. Dopo aver condito la pasta con il sugo, la carne – ormai tenerissima – diventa il secondo piatto, accompagnato da una generosa spolverata di cacio ricotta o pecorino. È un pranzo completo, conviviale e profondo, capace di unire generazioni e raccontare il legame tra cibo e identità.

Chi è in vacanza e vuole provarlo può farlo anche in versioni più pratiche: prepararlo il giorno prima e scaldarlo rende il sapore ancora più intenso.  
Il ragù napoletano non è solo un piatto: è una narrazione collettiva, un gesto d’amore tramandato di madre in figlia. In molte case il sugo cuoce mentre la città si sveglia, e rappresenta un momento di connessione familiare.

Oggi, molte trattorie propongono il ragù nel fine settimana. Nei Quartieri Spagnoli, lungo Via dei Tribunali o nella zona di Materdei, si trovano osterie dove la tradizione è ancora viva. Questi luoghi rappresentano tappe imperdibili per chi cerca autenticità.
Assaggiare un piatto così, preparato con lentezza e passione, significa comprendere la filosofia napoletana: trasformare il tempo in sapore, la pazienza in piacere, e la cucina in identità.

Dove mangiare il vero ragù napoletano

Chi visita Napoli dovrebbe dedicare una domenica al suo piatto più rappresentativo. Tra gli indirizzi consigliati ci sono trattorie come Da Nennella ai Quartieri Spagnoli, La Campagnola in via dei Tribunali o Tandem Ragù, locale interamente dedicato a questo sugo iconico.  
Anche i ristoranti di cucina tipica nei dintorni, offrono esperienze gastronomiche basate sul ragù della casa.

Il momento ideale per gustarlo è la domenica a pranzo, quando le famiglie napoletane celebrano la convivialità. È un piatto che si abbina bene alla stagione invernale, ma trova spazio anche nelle feste di quartiere e nei percorsi turistici legati alla cucina mediterranea.

Il ragù napoletano non è solo un piatto, ma una lente per leggere la città: richiede tempo, passione e teatralità – proprio come Napoli stessa.

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