Simbolo assoluto del potere borbonico e della genialità di Luigi Vanvitelli, la Reggia di Caserta è molto più di un palazzo: è un viaggio nella visione di Carlo di Borbone, che nel 1752 volle costruire una nuova capitale nell’entroterra campano, lontano dai pericoli della costa e dai condizionamenti politici di Napoli. 
Questo straordinario complesso – Patrimonio Mondiale UNESCO dal 1997 – unisce architettura, paesaggio e ingegneria idraulica in un sistema monumentale unico al mondo. Con i suoi 123 ettari di parco, oltre 1.700 finestre e più di 3 km di Via d’Acqua, la Reggia incarna l’ambizione di una corte che voleva stupire l’Europa. Oggi è una delle mete più visitate del Sud Italia, facilmente raggiungibile in treno o con il Reggia Express da Napoli, e rappresenta una tappa imprescindibile per chi desidera scoprire l’anima storica e artistica della Campania.
Nel XVIII secolo, Carlo di Borbone decide di fondare una nuova città-capitale che potesse incarnare il prestigio della dinastia. L’incarico viene affidato all’architetto Luigi Vanvitelli, che trasforma un’idea politica in un capolavoro assoluto di urbanistica e architettura. Il progetto nasce da una visione grandiosa: unire il potere della monarchia alla razionalità illuminista. Il 20 gennaio 1752 si posa la prima pietra della Reggia, concepita come un immenso edificio a quattro cortili, con scalinate monumentali, appartamenti reali, cappella e teatro di corte.  
Il modello ispiratore è europeo – Versailles, El Escorial, Madrid – ma l’anima è profondamente napoletana: il cannocchiale prospettico del viale Carlo III collega idealmente il Palazzo alla capitale, unendo simbolicamente la regalità alla città.  
L’intero complesso è pensato come un sistema integrato che include il Palazzo Reale, il Parco Reale, il Giardino Inglese, l’Acquedotto Carolino e il Belvedere di San Leucio. Quest’ultimo rappresenta la parte più innovativa del progetto: una comunità produttiva che anticipa i principi sociali moderni. Oggi la Reggia non è solo un monumento storico, ma un laboratorio di sostenibilità riconosciuto nel Piano di Gestione UNESCO 2023–2028, che promuove la tutela ambientale, la valorizzazione culturale e il turismo consapevole.
Camminare nel Parco Reale significa entrare in una scenografia di potere e bellezza. L’asse monumentale della Via d’Acqua conduce per tre chilometri fino alla Grande Cascata, incorniciata dalla Fontana di Diana e Atteone, culmine di un percorso che unisce mitologia, ingegneria e simbolismo politico.   
Le fontane dei Delfini, di Eolo, di Cerere e di Venere e Adone scandiscono il cammino come capitoli di un poema visivo: ogni vasca racconta un mito che celebra l’abbondanza e la legittimazione del sovrano. Tutto è reso possibile dall’Acquedotto Carolino, opera d’ingegneria di 38 km che convoglia le acque del Monte Taburno e alimenta l’intero sistema.   
Più in alto, il Giardino Inglese, realizzato tra il 1780 e il 1790 da Carlo Vanvitelli con il botanico John Graefer, rappresenta un gioiello del gusto romantico. Rovine “invenzione”, statue di Ercolano, laghetti e una collezione di oltre 200 specie botaniche creano un paesaggio pittorico dove natura e arte si fondono armoniosamente. Luoghi iconici come il Bagno di Venere e il Criptoportico restano tra le mete più amate dai visitatori.  
Secondo l’UNESCO, la Reggia soddisfa quattro criteri di eccezionalità per “l’integrazione tra architettura, paesaggio e infrastruttura”, rendendola una delle massime espressioni del barocco europeo.
Alle spalle della Reggia si estende il Belvedere di San Leucio, un progetto illuminato di Ferdinando IV di Borbone. Qui, tra il 1776 e il 1789, nasce una comunità modello dedicata alla produzione della seta, regolata dalle celebri Leggi Leuciane. Queste norme stabilivano pari diritti tra uomini e donne, l’abolizione della dote e un sistema sociale basato sulla dignità del lavoro: una visione avveniristica per l’epoca.   
L’acqua dell’Acquedotto Carolino alimentava non solo le fontane del parco ma anche i telai e le manifatture, testimoniando un perfetto equilibrio tra infrastruttura tecnica e funzione civile.   
Oggi San Leucio è un Museo della Seta e un quartiere vivo, con laboratori e visite guidate che raccontano una straordinaria storia di innovazione sociale.    
L’Acquedotto Carolino rimane una delle opere idrauliche più imponenti d’Europa, con i maestosi Ponti della Valle (500 metri di lunghezza e 60 di altezza) visibili ancora oggi lungo la valle di Maddaloni. 
Visitare questo sistema significa comprendere come, nel Settecento, arte, lavoro e territorio potessero fondersi in un’unica visione politica e culturale.