E’ ufficialmente iniziato il count down per la Vigilia di Natale, il più speciale giorno dell'anno in cui tutte le famiglie si riuniscono in un clima di gioia e calore per festeggiare la solenne e sentita festività cristiana della venuta del Signore sulla terra. A farci ricordare il vero spirito e le tradizioni di questa ricorrenza concorrono, nella cultura partenopea, non solo “Natale in casa Cupiello”, una delle più belle e commoventi commedie di De Filippo, ma anche Guseppe Marotta che, ne “L’oro di Napoli” scrive: “A Natale, Dio si fa uomo proprio perché gli uomini, nobili o straccioni, si impadroniscano di Napoli eliminandone tutto quello che non è pasta reale, zampogna, baccalà, bengala, presepio, cambiale, mandarino, speranza, pignoli, numero del lotto e capitone». In pochissimi altri luoghi d’Italia, oltre alla regione Campania, infatti, la sera del 24 Dicembre conserva ancora oggi alcuni aspetti rituali che ruotano soprattutto attorno a due simboli: il presepe ed il menù della Vigilia.
Volendo offrire un’ invitante e dettagliata panoramica dei piatti tipici della Vigilia di Natale in Campania, si ricorda innanzitutto che il menù tradizionale della cena del 24 Dicembre è rigorosamente a base di preparazioni di magro. La cena si apre con un antipasto a base di insalata di polipo seguito da un abbondante primo di spaghetti o vermicelli con le vongole (dette anche lupini). Il secondo vede il nucleo familiare riunito intorno a baccalà e capitone fritto o, in alternativa a chi non fossero gradite queste pietanze, spigola, cefalo o orata olio e limone o al forno; a seguire fanno il loro ingresso a tavola immancabili contorni come insalata di rinforzo, scarola imbottita e broccoli al limone. A completare la serata vi è una vera e propria parata di dolci tipici come struffoli, rococò, mostaccioli, divinamore, sesamielli, pasta di mandorle e torrone e , se ancora non bastasse, agrumi, mele annurche, melone retato, fichi secchi (semplici e farciti) e castagne “del prete”. Questa cena all’insegna di quell’ospitalità, abbondanza e tradizione tutta campana, non può però dirsi ancora conclusa senza brindisi augurali e caffè in attesa del secondo round, ovvero il pranzo di Natale del giorno successivo.
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